I vini di Montefalco
Sagrantino o Rosso: quali differenze

Il Sagrantino di Montefalco e il Rosso di Montefalco sono sicuramente i vini rossi più importanti dell’Umbria.
Per i “non addetti ai lavori”, per chi comunque non è molto preparato questo in ambito, i nomi si questi due vini potrebbero trarre in inganno, potrebbero addirittura far pensare che si stia parlando del medesimo vino che si può indicare con due nomi diversi – non è un esempio a caso, purtroppo succede veramente.
In realtà il Sagrantino di Montefalco ed il Rosso di Montefalco sono due vini totalmente diversi e qui vogliamo mostrarvi perché, presentandovi due brevi schede riassuntive con le principali caratteristiche di ognuno, in modo da farvi notare immediatamente le differenze.

Sagrantino di Montefalco DOCG
• Il Sagrantino di Montefalco gode della denominazione DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita dal 1992, che è andata a sostituire la DOC del 1979.
• L’uvaggio con cui il vino viene prodotto è composto al 100% da uve Sagrantino, vitigno autoctono di una specifica zona dell’Umbria, in provincia di Perugia, distribuita fra i comuni di Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria e Castel Ritaldi.
• Il periodo di invecchiamento del Sagrantino di Montefalco è piuttosto lungo. Secondo il disciplinare questo vino deve maturare almeno 33 mesi, di cui almeno 12 in barriques di rovere; seguono poi altri 4 mesi di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.
• Sempre secondo il disciplinare, la gradazione alcoolica minima del Sagrantino deve essere di almeno 13°.
Il colore del Sagrantino di Montefalco è un rosso rubino scurissimo, violaceo, che con l’invecchiamento tende al granato.
L’aroma è intensamente fruttato: spiccano i sentori di more, amarene, mirtilli e prugne. Ha una nota floreale di violetta. La maturazione in legno, poi, arricchisce l’aroma del Sagrantino di sentori di vaniglia, tabacco, cuoio, cioccolato, caffè e spezie, come chiodi di garofano, cannella e anice stellato. È presente anche una nota balsamica di mentolo ed eucalipto.
In bocca il Sagrantino di Montefalco risulta tannico, ma di una tannicità non pungente, piuttosto arrotondata dal lungo invecchiamento e corposo.

Rosso di Montefalco DOC
• Il Rosso di Montefalco gode del riconoscimento della denominazione DOC, Denominazione di Origine Controllata, dal 1979.
La produzione di questo vino prevede l’utilizzo di più uve, nelle percentuali stabilite dal disciplinare: uve Sangiovese dal 60 al 70%; uve Sagrantino dal 10 al 15%; possono poi concorrere alla produzione del Rosso di Montefalco anche altre uve di vitigni a bacca rossa per una percentuale massima del 30%, purché siano vitigni del territorio umbro e autorizzati secondo il regolamento del disciplinare – spesso viene utilizzato il Merlot.
La zona di produzione è comunque la stessa del Sagrantino.
• Il Rosso di Montefalco non può essere immesso sul mercato se non dopo aver subito un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno 18 mesi. Nel caso della versione “Riserva”, tale periodo si allunga ad almeno 30 mesi, di cui almeno 12 in barriques di rovere.
La gradazione alcoolica minima del Rosso di Montefalco è di 12°.
Il colore di questo vino è un rosso rubino intenso, carico e brillante, con riflessi violacei.
Il profumo è fruttato: spiccano le note di mora, lampone e ciliegia. I sentori floreali ricordano i fiori di campo. Non mancano gli aromi speziati, in particolare la vaniglia, la noce moscata e il pepe nero.
Al palato risulta pieno e corposo, equilibrato e fresco, asciutto ma in maniera piuttosto morbida.

Dunque riassumendo: pur essendo originari della stessa zona geografica, il Sagrantino ed il Rosso di Montefalco sono due vini diversi sotto molti aspetti.
Il Sagrantino di Montefalco risulta forse più “impegnativo” e complesso: la sola presenza di uve Sagrantino si percepisce chiaramente dalla sua potenza, dalla sua gradazione alcoolica che spesso raggiunge i 14,5°; dal suo corpo e dalla sua tannicità, ammorbidita e arrotondata, però, dal lungo invecchiamento. Proprio questa sua lunga maturazione e le sue caratteristiche organolettiche lo rendono un vino molto longevo e quindi molto interessante da degustare anche dopo un ulteriore invecchiamento.
Grazie alle straordinarie doti del vitigno Sagrantino e sempre grazie alla lunga maturazione, questo vino sprigiona una enorme gamma di profumi e aromi, rendendone la degustazione coinvolgente e affascinante.
Il Rosso di Montefalco, invece, è dei due quello di più facile beva: le note caratteristiche delle uve Sagrantino vengono smorzate dalla presenza di alte percentuali di Sangiovese e altri vitigni, rendendolo quindi un vino più “facile”, dai profumi e dagli aromi più delicati, corposo, fresco, più morbido del Sagrantino, gradevole e accattivante.

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