Il Sagrantino di Montefalco
Come riconoscerne uno di qualità

Il Sagrantino di Montefalco è il vino rosso umbro per eccellenza e uno dei vini italiani più apprezzati nel mondo.
È sicuramente uno dei prodotti che maggiormente rappresenta la tradizione umbra, l’amore e la passione del popolo umbro per la propria terra e la sua grande esperienza, frutto di secoli di sacrificio e dedizione.

In un mercato tanto ampio come quello delle produzioni vitivinicole in Italia, cos’è che rende il Sagrantino di Montefalco unico e inconfondibile fra le tante eccellenze?
Quali sono le caratteristiche che lo contraddistinguono?
Vediamo come riconoscere il Sagrantino di Montefalco, descrivendone le origini storiche e geografiche e le caratteristiche specifiche.

Le origini
Non è facile rintracciare l’origine del vitigno Sagrantino, l’unico utilizzato per la produzione di questo vino.
La storia giunta fino a noi propone due differenti versioni possibili.
Secondo la prima, le uve Sagrantino sarebbero le dirette discendenti del vitigno hirtiola, un vitigno coltivato proprio nella stessa area dove attualmente si coltiva il Sagrantino, citato negli scritti di Plinio il Vecchio.
Secondo l’altra, il Sagrantino avrebbe origini mediorientali: sarebbe stato introdotto in questi territori umbri dai frati francescani di ritorno dai pellegrinaggi in Siria.
Non ci sono informazioni certe al riguardo. L’unica certezza è che le uve Sagrantino vengono coltivate sicuramente dal 1500. Di questo abbiamo testimonianze dagli scritti dei frati francescani, che ne descrivono la coltivazione e l’uso che ne facevano: con queste uve producevano un vino dolce destinato alle funzioni sacre, da cui deriva proprio il nome di vino sagrantino.

Dove si produce
La coltivazione delle uve Sagrantino è strettamente limitata ad una precisa area del territorio umbro, in cui i terreni siliceo-argillosi prevalentemente collinari ed il clima mite favoriscono la migliore riuscita di questo vitigno autoctono.
La zona interessata è situata tutta in provincia di Perugia, distribuita fra i comuni di Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria e Castel Ritaldi.

DOCG
Il Sagrantino di Montefalco gode della denominazione DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Rispetto ai tanti “colleghi” illustri, però, questa denominazione è arrivata piuttosto tardi, solo nel 1992, andando a sostituire la DOC del 1979.
Il perché sta nelle sue origini: fino alla fine del secolo scorso il Sagrantino di Montefalco era ancora esclusivamente un vino dolce, così come lo producevano i frati francescani secoli addietro.
Quando poco prima degli anni ’80 del secolo scorso si è cominciato a sperimentare la produzione della versione secca, il successo è stato tanto e tale da vedersi conferire immediatamente la denominazione DOC.
Con la DOCG, finalmente, il Sagrantino di Montefalco è stato riconosciuto all’altezza delle grandi eccellenze italiane più famose e blasonate, contribuendo così al prestigio dell’Italia e dell’Umbria nel mondo.

Le caratteristiche
La caratteristica che spicca di più in questo vino è l’elevata tannicità, tanto che il disciplinare di produzione prevede un invecchiamento molto lungo per permettere ai tannini di arrotondarsi, di perdere aggressività: prima della commercializzazione deve infatti invecchiare per un minimo di 33 mesi, di cui almeno 12 in barriques di rovere, a cui deve poi seguire l’affinamento in bottiglia per almeno 4 mesi.
Il colore del Sagrantino di Montefalco è un rosso rubino scurissimo, violaceo, che con l’invecchiamento tende al granato.
L’aroma è intensamente fruttato, in cui spiccano i sentori di more e amarene, che si fondono con essenze speziate, in particolar modo l’anice stellato.
Al gusto lo si può definire un vino di spessore, corposo, alcoolico e tannico.
La temperatura di servizio ideale è di 18° C ed ha bisogno di ossigenarsi lentamente.

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